Da metà novembre ad oggi sono stati segnalati nella Repubblica di Corea alcuni casi di influenza aviaria del ceppo H5N6, una sottospecie del virus influenzale di tipo A.
L’influenza aviaria è una infezione virale che interessa gli uccelli domestici, come polli e tacchini, e alcuni uccelli selvatici della famiglia dei gallinacei. Si tratta di un virus tendenzialmente non contagioso per gli uomini. Sono state, tuttavia, riportate in passato sporadiche segnalazioni di infezioni umane, mentre non si sono mai verificati casi di trasmissione del virus da uomo a uomo.
L’uomo può contrarre l’influenza aviaria a seguito di contatto diretto con animali contagiati (vivi o morti) e/o loro escrezioni, mentre non c’è alcuna evidenza scientifica di trasmissione del virus attraverso il consumo di carni avicole o uova dopo loro accurata cottura (>70 °C).
Sono stati segnalati sinora 43 focolai di influenza aviaria nella Repubblica di Corea, mentre 66 allevamenti sono stati posti in regime di osservazione sanitaria. La maggior parte dei casi sono stati registrati nell’area di Iksan, a circa 180 km a sud della capitale.
Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, l’infezione umana con il virus H5N6 non può essere del tutto esclusa. In data 12 dicembre, il Primo Ministro coreano, Hwang Kyo-ahn, ha chiesto al Ministero dell’Agricoltura e al Centro di prevenzione delle malattie infettive di sospendere temporaneamente il trasporto di polli e gli spostamenti di attrezzature e lavoratori dell’industria del pollame e di condurre vaste operazioni di disinfezione in tutto il Paese.
Le Autorità coreane raccomandano, in particolare a chi si debba recare nelle aree geografiche affette dal virus H5N6, di evitare il contatto con pollame, uccelli selvatici o altri animali malati o morti, di lavarsi frequentemente le mani con sapone o un disinfettante adatto e di seguire, in generale, le buone pratiche di igiene alimentare.
Gli stranieri che presentano sintomi di influenza aviaria possono ricevere assistenza in lingua inglese al numero verde 1345 dell’Ufficio di immigrazione del Ministero della Giustizia.