Le relazioni tra Corea e Italia sono sempre più intense e strategiche. La nostra storia insieme è iniziata nel 1884, quando gli allora Regni d’Italia e di Joseon firmarono il Trattato di amicizia, commercio e navigazione, dando così inizio a un rapporto solido e duraturo che quest’anno celebra il suo 140° anniversario.
Vorrei cogliere questa occasione per descrivere uno degli strumenti più strategici della nostra cooperazione bilaterale. Una componente molto speciale, direi, che ci aiuta a garantire un legame ancora più forte tra i nostri popoli. Si tratta della diplomazia delle città e dei territori.
La storia italiana è stata profondamente arricchita dal dinamismo e dallo spirito di innovazione tipici dei nostri enti territoriali, che definirei il vero e proprio motore della nostra Nazione.
Pensiamo ad esempio all’insegna della Marina Militare Italiana. È una bandiera che contiene i simboli di quattro diverse città: Venezia, Genova, Amalfi e Pisa. La rappresentazione di un passato in cui la Penisola Italiana era divisa in molte potenti e orgogliose entità locali. Nello specifico, nel Medioevo Venezia, Genova, Amalfi e Pisa erano Repubbliche autonome, spesso in competizione tra loro per guidare e gestire le più ricche rotte commerciali del Mediterraneo.
Uniti nella nostra preziosa diversità, noi italiani siamo molto orgogliosi delle nostre origini locali. Una diversità che è evidente quando si tratta, ad esempio, di parlare del nostro cibo tradizionale. So che i coreani amano il cibo italiano, proprio come sempre più italiani amano il cibo coreano.
Ma la verità è che in Italia abbiamo molti, molti piatti tipici regionali diversi ed esprimiamo la nostra dieta mediterranea in molti, molti modi diversi.
Anche gli ingredienti più basilari e semplici cambiano in base alla nostra regione di origine: in genere, gli italiani del Nord amano usare il burro per cucinare e condire i loro piatti; nel Sud Italia, il burro è sostituito dall’olio d’oliva. Al Nord, le persone amano la polenta, un porridge di mais tradizionale. Al Sud, si può assaggiare una delle migliori pizze del mondo.
Una stessa distinzione vale anche per il vino: abbiamo oltre 2.000 diverse tipologie di vitigni coltivati, grazie a un’estrema cura per la qualità delle uve, a una forte tradizione secolare e, soprattutto, a un legame molto solido con i nostri territori e la loro biodiversità.
Noi italiani siamo molto orgogliosi delle nostre origini locali. Fin dall’inizio della mia esperienza in Corea, ho percepito lo stesso orgoglio quando visitavo le diverse regioni, città e comuni che arricchiscono questa meravigliosa Penisola.
Il vostro soft power trae la sua energia dalla diversità delle vostre meravigliose regioni e municipalità, che vanno ben oltre la ben nota città di Seoul. Tuttavia, credo che tale unicità abbia ancora un enorme potenziale da esprimere nei suoi rapporti con gli altri Paesi.
Proprio sulla base di tale consapevolezza, come Ambasciatrice sono impegnata a promuovere la diplomazia dei territori, cogliendo e valorizzando il dinamismo delle realtà locali coreane e la loro crescente voglia di interagire con il resto del mondo, con l’obiettivo di condividere le bellezze dei paesaggi, i sapori della terra, il calore della gente, insieme ai laboratori più avveniristici e innovativi ed alle eccellenze nella ricerca.
Pensate che negli anni abbiamo stretto ben 7 patti di gemellaggio e 22 intese di amicizia fra municipalità italiane e coreane. Si tratta di un traguardo importante, ma che mi sono ripromessa di estendere coinvolgendo sempre più interlocutori locali da entrambe le Parti. Un obiettivo importante, un ponte capace di avvicinare ancora di più due popoli solo apparentemente lontani, uniti strettamente da 140 anni di relazioni a tutto tondo che insieme, possiamo contribuire a rendere ancora più forti.